14 Novembre 1995.
Sono passata di mano in mano, ho respirato e senza che qualcuno mi abbia chiesto il permesso, mi son ritrovata in una culla con un enorme fiocco rosa. Ho respirato l’aria sterile della camera d’ospedale, la stessa aria pulita e filtrata che i miei genitori soffiavano in quei due polmoncini non ancora del tutto sviluppati. E attraverso quell’aria ho imparato ad essere composta.
Bisogna essere educate con i passanti, vedi? Ti guardano, brava, così, sorridi.
E ancora.
Non si deve piangere, Roberta, le lacrime sono inutili. Guarda, non lo capisci che la mamma non piange mai?

Ero distratta, quando sono nata. sono stata catapultata in un mondo che non mi apparteneva ancora e che probabilmente non mi apparterrà mai, inserita in una perfetta melodia gregoriana scandita da note melismatiche. Sono stata cantata in stile virtuosistico, io che virtuosa probabilmente non lo sarei mai stata.“

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