Riflessioni sulla Fase 1: le conseguenze a livello psicologico nei bambini e negli adolescenti.
- Roberta Mazza
- 8 giu 2020
- Tempo di lettura: 4 min
L’epidemia di Covid-19, che ha colpito così duramente il nostro paese, ha fatto in modo che le nostre abitudini, che ci sembravano così scontate, siano state improvvisamente stravolte e profondamente modificate. Purtroppo, per contenere l’espansione incontrollata dell’epidemia, il Governo è stato costretto a prendere misure drastiche che hanno costretto tutti noi a un lungo periodo di quarantena. Oltre al disagio che ci hanno recato queste settimane di isolamento sociale forzato, sembra con tutta probabilità che la spiacevole condizione che stiamo vivendo possa effettivamente impattare in maniera sostanziale sul nostro benessere psicofisico.
La parola quarantena, forma veneta per quarantina, descrive il periodo di isolamento obbligato utilizzato per limitare il diffondersi di un’epidemia, che fu impiegato per la prima volta dalla Repubblica di Venezia in relazione agli equipaggi delle navi in arrivo dai possedimenti in Dalmazia. Questo decreto speciale fu emanato per contenere l’epidemia di peste nera che imperversava in Europa e in Asia nel quattordicesimo secolo. Tale provvedimento imponeva infatti ai nuovi arrivati nella città lagunare, di passare un periodo di isolamento in un luogo ad accesso limitato per la durata appunto di quaranta gironi.
Se per tutti noi questa è un’esperienza nuova e dolorosa, queste misure drastiche di contenimento sono già state attuate molte volte in diversi periodi storici. Anche in tempi recenti differenti paesi hanno attuato queste disposizioni restrittive, come ad esempio diverse zone della Cina e il Canada per l’epidemia di SARS del 2003, alcuni villaggi africani per l’epidemia di Ebola del 2014 e prima di noi la provincia cinese di Hubei per l’attuale epidemia di Covid-19.
La quarantena, che abbiamo sperimentato, è stata un’esperienza spiacevole, specialmente per bambini e adolescenti: sono circa 8 milioni gli studenti che dai banchi di scuola si sono ritrovati di colpo confinati nelle loro case. La misura straordinaria ha costretto la ricerca di un’alternativa alla frequenza scolastica, optando per una didattica a distanza, tra cui vari mezzi telematici. Non è stato e non è tuttora semplice interfacciarsi con una realtà così diversa. Videochiamate, meeting, messaggi non bastano per parlare di “scuola”. Ogni giorno si apprezza e si riconosce la preziosità della tecnologia, si imparano nuove cose e ci si riconosce capaci di fare qualcosa che sembrava così difficile. Ma come è stare dietro ad uno schermo? Non poter abbracciare un compagno, guardarlo negli occhi, giocare, chiacchierare con lui, condividere le proprie giornate con quella classe che oramai è una famiglia. Nonostante si cerchi di garantire il diritto all'istruzione, sostenendo le famiglie, garantendo uguali diritti anche ai più deboli, andando incontro ai bisogni dei singoli studenti garantendone l’integrazione, la prolungata chiusura scolastica, l’isolamento nelle mura domestiche e la limitata socializzazione con i coetanei potrebbe avere importanti conseguenze negative sulla salute psicofisica di bambini e adolescenti.
L’impatto del COVID-19, tuttavia, non è uniforme tra le varie famiglie e il contrasto è spesso netto. Alcune hanno perso i propri cari e vivono l’infezione molto da vicino, altre si trovano in regioni con una minore diffusione. Alcuni bambini hanno genitori che svolgono un lavoro in prima linea con i contesti COVID-19, altri hanno sospeso il lavoro o lavorano in casa. Il filo comune che attraversa ogni casa, ogni famiglia, è sicuramente un vissuto ricco di paura ma ciò che è ritenuto di fondamentale importanza, soprattutto quando parliamo dei più piccoli, è il vivere il proprio ambiente familiare come confortante.
Ciò che mi chiedo è: cosa si porteranno dietro i bambini e gli adolescenti in questo periodo? Tra i fattori che hanno un forte impatto sulla salute psicofisica di bambini e ragazzi, vi è in prima linea l’assenza di una routine quotidiana che contribuisce ad aumento del tempo libero, maggiore sedentarietà, spostamento dei ritmi sonno-veglia, isolamento sociale e alimentazione disordinata. Un bambino di 10 anni mi ha commosso, e scrive le seguenti parole: “Mi viene da urlare: ‘basta corona virus!’. Mi mancano i miei amici. Mi sento nervoso, ho la rabbia nella pancia che si lamenta e anche lei dice: ‘basta corona virus, stai zitto! Vorrei combattere con questo mostro verde e brutto, mi servirebbe una spada magica che trasforma il mostro in un coniglio buono. Con un’esplosione vorrei distruggere questo virus, e così la mia rabbia si trasformerebbe anche lei in felicità. Felicità nel cuore che mi farebbe saltare in alto come un simpatico canguro e arrivare fino alle mie maestre, alle nonne e ai miei amici per riabbracciare tutti. Ma il posto che raggiungerei prima di tutti è il mare per nuotare libero nell'acqua azzurra.”
Cosa spero? Spero che questi bambini non si portino dietro gli strascichi di questa esperienza così drammatica, spero che col tempo possano dimenticarla. Eliminarla.
Spero che sia per voi, piccoli, un periodo di passaggio, che il vento possa portar via questa nuvola scura e piena di pioggia, lasciando gli spiragli ad un sole ancora troppo timido. Qualcuno di voi, purtroppo, avrà perso un caro e avrà una “ferita dell’anima”: spero che i familiari vi stiano vicino, pronti a tenervi la mano e ad ascoltarvi ogni qual volta ne avrete bisogno. Spero che abbiate un futuro sereno, dove non ci saranno più restrizioni, lacrime, proteste, dove non ci sia la negazione della realtà. Avete vissuto l’inverno, ora spero che per voi arrivi la primavera: mamma e papà vi staranno vicini ancora, e quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti rinasceranno ancora. Ogni tempesta ha una sua fine. Una volta che tutti gli alberi sono stati sradicati, una volta che tutte le case sono state demolite, il vento si calmerà, le nuvole se ne andranno, la pioggia si fermerà, il cielo si schiarirà in un istante. E solo allora, ci sarà un momenti di quiete dopo la tempesta. Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte, c'è un'alba che vi aspetta.

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